Le nespole invernali
Tra le numerose specie da frutto ormai quasi introvabili perché scarsamente coltivate e, di conseguenza, poco conosciute dai consumatori, rientrano certamente le nespole.
Le nespole invernali non vanno confuse con le nespole del Giappone. Si tratta di due piante completamente diverse, anche se ambedue appartenenti alla famiglia delle Rosacee.
Pur se alcuni caratteri sono comuni alle due specie, sono sicuramente maggiori le differenze che le caratterizzano e le identificano come due piante da frutto ben distinte.
Il nespolo comune (Mespilus germanica L.) è pianta ormai quasi sconosciuta. Ne abbiamo trovato qualcuna ad Arpino e ne abbiamo raccolto i frutti.
I frutti del nespolo comune non li troverete mai da un fruttivendolo, al contrario delle nespole giapponesi. Infatti le nespole comuni vanno raccolte sull’albero prima della maturazione e messe in cantina, fra la paglia, ad ammezzire. Solo allora, quando la polpa sarà morbida, si potrà consumare: ma le nespole saranno intrasportabili. Per questo vi era il detto popolare “Col tempo e con la paglia maturano le nespole”. Si potrà velocizzare la maturazione mettendole accanto a delle mele, soprattutto rosse.
Il frutto del nespolo, per secoli, è stato considerato una leccornia; veniva mangiato dai Greci e dai Romani, che lo dedicarono al dio Saturno, e gli erboristi ritenevano che potesse guarire molte malattie. Anche il Mercier, all’inizio del ‘900, lo utilizzava come regolatore intestinale contro le diarree. E’ molto ricco di vitamine (B1, B2, B3, vitamina C e Vitamina A) ed è astringente quando non è ancora maturo. Molto alto il contenuto in fibre e per questo è adatto alle diete ipocaloriche.
Nelle campagne, una volta, le nespole si offrivano come dessert, spolverate di zucchero ed innaffiate di acquavite. Se ne facevano conserve al miele, al vin cotto e venivano anche candite.
Ne abbiamo fatto un’ottima confettura. I frutti sono piccoli, i semi sono grandi e, visto che la buccia va eliminata, la resa è assai bassa. Inoltre fare la confettura di nespole è molto laborioso, anche se i risultati sono molto interessanti. Forse è proprio la bassa resa e la necessità di far maturare i frutti in cantina che ne hanno determinato la scomparsa dalle nostre tavole.
Il lavoro più lungo è l’eliminazione della buccia e dei semi. La polpa matura è molliccia, per cui i frutti vanno spremuti per far fuoriuscire polpa e semi. Quest’ultimi, essendo voluminosi, possono essere poi separati usando un setaccio a maglia grossa.
Si ottiene una purea marrone piuttosto compatta, alla quale andrà aggiunta un po’ di acqua per cuocerla.
Si ha così una confettura consistente ma morbida, color marrone, che per certi aspetti ricorda la mela, ma molto più aromatica, dal gusto delicato, con un sentore floreale e molto fresco, e possiede anche una nota acidula. E’ da assaggiare!
La confettura di nespole d’inverno è sia confettura da colazione, spalmata sul pane o sui biscotti, sia può essere usata per guarnire torte e crostate (per questo uso conviene scaldare la confettura in un pentolino con un po’ di acqua, per non farla essere troppo secca alla fine). Essendo molto aromatica, è anche consigliata con i formaggi dal sapore deciso.
Il suo sapore è “antico” e il suo profumo è “autunnale”.