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Hummus! Cos’è e come usarlo in cucina

L’hummus (حُمُّص‎ ) è una salsa araba a base di pasta di ceci di origini antichissime, le prime attestazioni risalgono addirittura al XIII secolo. Gustosa, nutriente e versatile, noi la prepariamo con i ceci della Valcomino, con il tahini che facciamo sempre noi*, limone e un pizzico di sale. Il nostro hummus è ricco di proteine e fibre e povero di grassi, è quindi perfetto per ogni tipo di dieta.

Abbiamo assaggiato l’hummus in Palestina e ce ne siamo innamorati, abbiamo deciso così di proporlo (con pochissime differenze) anche in Italia, perché è fatto con tutti ingredienti che fanno parte della dieta mediterranea. È possibile usare l’hummus per tantissime preparazioni, per uno spuntino o, se accompagnato da pane e verdure, come pasto leggero. Generalmente, in Palestina viene steso su un piatto comune e condito con un filo d’olio d’oliva, prezzemolo e spezie a piacere (in genere il pepe) e servito con del pane Pita o Taboon e verdure come pomodori, cetriolini, cipolle o carote. Viene consumato (rigorosamente con le mani, affondando direttamente il pane nell’hummus) spesso come aperitivo o quando è troppo caldo per un pranzo pesante. Ma si può mangiare in tanti altri modi ed essendo possibile che molti di voi non l’abbiano mai mangiato, eccovi alcune idee su come portarlo in tavola:

All’aperitivo: puoi usare l’hummus per insaporire dei pomodori (oppure puoi svuotare dei pomodirini e riempirli con la salsa per creare un fingerfood) o servirlo come salsa per intingere carote o sedano (sta benissimo anche sull’insalata fredda di patate), senza mai dimenticare la classica bruschetta.

Nei panini
: per gli hamburger, per i sandwich e per tutti i panini in generale, uno strato di hummus renderà tutto più gustoso. Se sei a dieta e vuoi alleggerire i tuoi pasti, puoi usarlo al posto della maionese sia nei panini che con le patatine.

Come base per i falafel: aggiungendo delle cipolle tritate sottili, un bel po’ di prezzemolo (o, ancora meglio, coriandolo) e del pangrattato, otterrete un impasto perfetto per fare dei falafel, le classiche polpette di ceci tipiche di tutte le cucine arabe. I veri falafel poi vengono fritti, ma se cercate l’alternativa leggera potete cuocerli in forno.

Nelle zuppe: un cucchiaino di hummus renderà più cremosa e avvolgente una zuppa!

Insalata di riso: con le insalate fredde l’hummus si sposa alla perfezione! Sulla pasta fredda invece non garantiamo, ma perché non provare?

Il modo migliore, secondo noi, rimane sempre quello tradizionale: mettetelo su un piatto, conditelo olio d’oliva, prezzemolo e spezie a piacere e affondateci dentro il pane!

*Il Tahini è una pasta a base di sesamo, che può essere tostato o meno. Noi non tostiamo il sesamo per avere un gusto più pulito e lo pestiamo a mano in un pestello di marmo aggiundendo un po’ di olio d’arachidi (nel Tahini si usa in genere un olio poco saporito come di semi o di arachidi, l’olio d’oliva avrebbe un gusto troppo prepotente)

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Ketchup di Biancospino selvatico

Il Ketchup di Biancospino selvatico è sicuramente uno dei nostri prodotti più caratteristici. Raccogliamo il biancospino in questo periodo, infatti è tra ottobre e novembre che le campagne della Media Valle del Liri si riempiono di questi piccoli frutti rossi. Oltre ad utilizzarlo per altre ricette, abbiamo pensato che il suo sapore si sarebbe sposato bene anche col salato. Così, dopo qualche ricerca, abbiamo preso l’idea da una ricetta originale inglese: lavoriamo i frutti per ottenere una polpa rossa la quale viene usata al posto del pomodoro. Aggiungiamo poi l’aceto di mele, lo zucchero, il sale e qualche spezia. Il suo particolarissimo sapore agrodolce e leggermente affumicato lo rende un perfetto sostituto gourmet del ketchup di pomodoro: nei panini, sulle carni in generale e sulle patate. Si può abbinare bene anche ad alcuni formaggi.

Per conoscere meglio il biancospino

Il biancospino selvatico è un arbusto o un piccolo alberello appartenente al genere Crataegus (le specie sono diverse e differiscono tra loro per pochi caratteri botanici) ed è simbolo del risveglio primaverile con la sua effimera e meravigliosa fioritura selvatica lungo i bordi delle strade di campagna. Il fusto è ricoperto da una corteccia compatta, di colore grigio. I rami giovani sono dotati di spine che si sviluppano alla base dei rametti brevi. Sono i rametti spinosi (brocche) che in primavera si rivestono di gemme e fiori. Questa specie è longeva e può diventare pluricentenaria, ma con crescita lenta.

I frutti sono ovali, rossi a maturazione, delle dimensioni di quasi un cm e con un nocciolo che contiene il seme. La fioritura avviene tipicamente tra aprile e maggio, mentre i frutti maturano fra settembre e ottobre. I frutti del biancospino sono edibili, ma solitamente non vengono mangiati freschi, perché piccoli e con un grosso nocciolo, bensì lavorati per ottenere marmellate, gelatine o sciroppi. I frutti sono decorativi perché rimangono al lungo sull’arbusto, anche durante tutto l’inverno.
Diversi sono gli usi medicinali delle foglie e dei frutti di biancospino e prima veniva spesso usato per delimitare i poderi agricoli, visto che forma delle siepi invalicabili per la presenza dei rami spinosi.