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Info nov 2023 – Problemi con il dettaglio degli importi?

Stiamo avendo delle segnalazioni di malfunzionamento del calcolo degli importi

In particolare sembra che i problemi siano presenti nel calcolo delle spedizioni

In questo caso fate un ordine via mail

Potete scriverci a homemade.fr@gmail.com oppure contattarci al 338 3800485 (via wa o telefonando).

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Rojo: il nostro primo fermentato

La salsa piccante HOMEBASCO ROJO è la nostra prima incursione nel mondo dei fermentati e si ispira alla messicana salsa Tabasco(*). È fatta a partire dalla fermentazione di peperoncino fresco che coltiviamo a Pescosolido, al quale viene poi aggiunto aceto di mele (una parte del quale ancora “vivo”, che quindi sviluppa un’ulteriore attività di fermentazione) e spezie e aromi, tra i quali prezzemolo e cardamomo, che hanno un match aromatico col peperoncino fresco secondo le nostre ricerche di foodpairing. In tutto, la fermentazione e la stagionatura richiedono all’incirca due mesi.
È grazie alla fermentazione ed alla successiva stagionatura che ROJO amalgama i sapori dell’aceto di mele, del peperoncino e delle spezie creando un piccante spiccato ed avvolgente che lascia poi spazio a sentori acidi e speziati con un profilo molto variegato.
Per quanto riguarda il design invece, la confezione si ispira a due aspetti del Messico: lo stile ed i pattern si ispirano alla cultura Azteca, mentre il font è un omaggio alla grafica dei campionati del mondo di calcio Messico ’70.



Come abbinare ROJO?

ROJO è un condimento molto versatile: nei panini e negli hamburger gioca in casa. Basta qualche goccia per ravvivare e dare un gusto piccante ai vostri piatti (se per voi il grado di piccante di ROJO è troppo elevato, potete aggiungerne una o due gocce ad un’altra salsa o ad un poco di olio, essendo ROJO praticamente privo di materia grassa). Ma potete usarlo anche a crudo sulle carni o sul pesce, sulle patate o sui fritti, fondamentalmente OVUNQUE. Inoltre, un paio di gocce di ROJO possono completare sughi e altri condimenti, anche quelli per la pasta. Insomma, (quasi) tutto è più buono con una bella spinta piccante ed una nota acida, il resto sta alla vostra creatività!

Perché i fermentati

La fermentazione è un procedimento antichissimo ideato per conservare più a lungo i cibi (e al tempo stesso renderli anche più buoni), se ne trovano infatti esempi e ricette diverse in tutto il mondo. Anche il pane, lo yogurt, la birra e il vino sono preparati con procedimenti di fermentazione. L’attività dei batteri e dei lieviti ci permette, oltre che aiutarci a conservarlo più a lungo, di ottenere dei sapori molto complessi e strutturati che tendono perlopiù all’acido ed al sapido. Inoltre, consumare cibi fermentati ( sempre all’interno di una dieta varia) può avere effetti benefici sul nostro organismo: basti pensare ai fermenti lattici dello yogurt!
Per saperne di più sui fermentati:
La Cucina Italiana
Huffington Post


(*)Tabasco è un marchio registrato, per questo la nostra salsa non può definirsi con questo nome (oltre perché differisce molto nella ricetta, a partire dall’utilizzo di aceto di mele invece che dell’aceto di vino). “Dato che “Tabasco” è il nome di uno stato messicano, l’uso esclusivo del nome in altra area geografica è un fatto curioso, ma non unico: una situazione equivalente si ha riguardo a un prodotto IGP detto “salsa calabra”, registrato in Spagna.” fonte Wikipedia

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Hummus! Cos’è e come usarlo in cucina

L’hummus (حُمُّص‎ ) è una salsa araba a base di pasta di ceci di origini antichissime, le prime attestazioni risalgono addirittura al XIII secolo. Gustosa, nutriente e versatile, noi la prepariamo con i ceci della Valcomino, con il tahini che facciamo sempre noi*, limone e un pizzico di sale. Il nostro hummus è ricco di proteine e fibre e povero di grassi, è quindi perfetto per ogni tipo di dieta.

Abbiamo assaggiato l’hummus in Palestina e ce ne siamo innamorati, abbiamo deciso così di proporlo (con pochissime differenze) anche in Italia, perché è fatto con tutti ingredienti che fanno parte della dieta mediterranea. È possibile usare l’hummus per tantissime preparazioni, per uno spuntino o, se accompagnato da pane e verdure, come pasto leggero. Generalmente, in Palestina viene steso su un piatto comune e condito con un filo d’olio d’oliva, prezzemolo e spezie a piacere (in genere il pepe) e servito con del pane Pita o Taboon e verdure come pomodori, cetriolini, cipolle o carote. Viene consumato (rigorosamente con le mani, affondando direttamente il pane nell’hummus) spesso come aperitivo o quando è troppo caldo per un pranzo pesante. Ma si può mangiare in tanti altri modi ed essendo possibile che molti di voi non l’abbiano mai mangiato, eccovi alcune idee su come portarlo in tavola:

All’aperitivo: puoi usare l’hummus per insaporire dei pomodori (oppure puoi svuotare dei pomodirini e riempirli con la salsa per creare un fingerfood) o servirlo come salsa per intingere carote o sedano (sta benissimo anche sull’insalata fredda di patate), senza mai dimenticare la classica bruschetta.

Nei panini
: per gli hamburger, per i sandwich e per tutti i panini in generale, uno strato di hummus renderà tutto più gustoso. Se sei a dieta e vuoi alleggerire i tuoi pasti, puoi usarlo al posto della maionese sia nei panini che con le patatine.

Come base per i falafel: aggiungendo delle cipolle tritate sottili, un bel po’ di prezzemolo (o, ancora meglio, coriandolo) e del pangrattato, otterrete un impasto perfetto per fare dei falafel, le classiche polpette di ceci tipiche di tutte le cucine arabe. I veri falafel poi vengono fritti, ma se cercate l’alternativa leggera potete cuocerli in forno.

Nelle zuppe: un cucchiaino di hummus renderà più cremosa e avvolgente una zuppa!

Insalata di riso: con le insalate fredde l’hummus si sposa alla perfezione! Sulla pasta fredda invece non garantiamo, ma perché non provare?

Il modo migliore, secondo noi, rimane sempre quello tradizionale: mettetelo su un piatto, conditelo olio d’oliva, prezzemolo e spezie a piacere e affondateci dentro il pane!

*Il Tahini è una pasta a base di sesamo, che può essere tostato o meno. Noi non tostiamo il sesamo per avere un gusto più pulito e lo pestiamo a mano in un pestello di marmo aggiundendo un po’ di olio d’arachidi (nel Tahini si usa in genere un olio poco saporito come di semi o di arachidi, l’olio d’oliva avrebbe un gusto troppo prepotente)

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Legumi al naturale: bontà e sostenibilità

Dopo aver trasformato molta frutta e verdura in qualcosa per le colazioni e gli aperitivi, quest’anno porteremo nelle vostre tavole cose per ogni pasto!
Così nasce la nostra linea di legumi al naturale: ceci, lenticchie e fagioli cannellini vengono dalla Valcomino, dalla collaborazione con l’azienda agricola Saim in conversione biologica e sono messi in ammollo e poi cotti. E basta.
Sono quindi già pronti, basta aprirli e scegliere se preparare una pasta, un riso, un contorno o una zuppa.

Ricorda: anche scegliere cosa mangiare è un atto etico e politico:

Infatti i legumi fanno bene a chi li consuma, perché hanno delle ottime proprietà nutritive, soprattutto per l’apporto di proteine vegetali per chi sceglie una dieta vegetariana, vegana o semivegetariana e fanno bene alla terra, perché la loro coltivazione aiuta a fissare l’azoto nel terreno rendendolo più fertile anche per le altre colture.
Abbiamo scelto di iniziare a trasformare anche legumi perché la loro coltivazione è sostenibile, e questa è la direzione nella quale va il mondo dell’alimentazione: una dieta più varia con cibi più sani e più sostenibili sia per l’economia che per i terreni, meno proteine animali e più vegetali. È per questo che il 2016 è stato l’anno internazionale dei legumi, promosso dalla FAO e dall’ONU, lo sapevi infatti che per produrre un kg di carne di manzo ci vogliono 13000 litri d’acqua, mentre per le lenticchie solo 50?
Per saperne di più sui legumi e la loro sostenibilità:
https://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/perche-2016-anno-internazionale-legumi
Sul sito della FAO invece trovate delle infografiche molto dettagliate su legumi, biodiversità e il cambiamento climatico e su come far mangiare i legumi ai bambini:
http://www.fao.org/pulses-2016/it/ (alcune cose sono in inglese)